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252 km a piedi da Perugia a Roma per protesta
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Autore Topic: 252 km a piedi da Perugia a Roma per protesta  (Letto 2835 volte)
cacciavite
Calmo
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« il: 18 Ottobre 2007, 15:54:29 »

Ricevo e giro.

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Franco Ciacci
Loc. Val di Rigo 14/a
06060 S. Feliciano (Pg)
Mob. 3401218215

Perugia 12/10/2007

Oggetto. 252 km a piedi da Perugia a Roma per protesta.

                        Spett. Redazione di
                        Piazza Grande   
                        C/o   Rai ROMA

Gentili signori,
sapete cosa vuol dire perdere un figlio? Io mi auguro di tutto cuore che nessuno di voi abbia provato, né mai mi debba provare, una tale, devastante condizione.
A me purtroppo è capitata questa disgrazia allorquando, circa due anni e mezzo fa, ho visto andarsene per sempre mio figlio Riccardo a causa di un maledetto incidente di moto.
La vita si stravolgere, saltano gli schemi e il vivere diventa esclusivamente un obbligo ineluttabile voluto dal tempo. Subito dopo l’incidente di mio figlio ho passato un anno sospeso tra l’abulia ed il distacco dal mondo, nella speranza che un fatale evento naturale fosse venuto a prendersi anche me. Dopo un po’ di tempo ho iniziato a reagire anche perché non ritenevo più giusto trascurare mia moglie, mia figlia e, soprattutto, sciupare i miei giorni che invece potevano essere dedicati a tante persone che sono in angustia. Redassi allora un progetto intitolato “un libro per un sorriso” (se avrete la compiacenza di prendere in considerazione l’iniziativa che sto per principiare ve ne darò approfonditi lumi). A circa un anno dal varo del mio progetto purtroppo ho visto intorno a me soltanto disinteresse o sciacallaggio pubblicitario. Chi mi ha ascoltato ( o a finto di farlo) l’ha fatto soltanto per darsi tono o per ritagliarsi un po’ di spazio mediatico. Purtroppo è un vezzo italico quello di affrontare un tema tanto delicato (mi riferisco alle vite stroncate da incidenti stradali) perché, si sa, certe notizie arrivano al cuore e fanno audience. Ne è la prova l’ultimo fatto accaduto ad un povero bimbo ucciso su una pista ciclabile; se ne parla da giorni ma in maniera asfittica e senza pensare a cosa c’è dietro. Già, cosa c’è dietro? Ci si dimentica che una morte traumatica come questa lascia uno strascico di dolore e depressione a tutta una serie di persone legate alla povera vittima. Non parliamo poi di chi non muore negli incidenti stradali, ma ne rimane ferito per il resto della vita e magari non ha nemmeno i soldi sufficienti per fare un intervento chirurgico che gli potrebbe tornare utile, non ha nemmeno i fondi per comperarsi una seggiola a rotelle o fare un’utile terapia fisica. Ecco, in sintesi il mio progetto vuol servire a coadiuvare quest’altro aspetto delle vittime della strada. Tanti, troppi parlano a sproposito di cose che non conoscono e tanti, troppi, quando è il momento di agire (ma si sono ormai spente le luci della ribalta) si tirano indietro e dimenticandosi di un così grande problema. Io parlo con i fatti perché vivo sulla mia pelle un tale dramma ed è per questo che, per protesta, da dopodomani intraprenderò una marcia di 252 km, a piedi e in solitario, che mi condurrà da Mercatale di Arezzo (luogo in cui ha perso la vita mio figlio) fino a Roma. Qui giunto mi recherò nei luoghi cardine e istituzionali che devono, secondo me, affrontare il problema in maniera decisa. Forse non ve ne siete accorti, l’Italia non se n’è accorta, ma nel nostro paese c’è una guerra dimenticata perché ogni anno nelle nostre strade perdano la vita più di 7000 persone, 300.000 rimangono ferite e di queste 20.000 lo sono in forma permanente e grave. Il vostro programma, Piazza Grande, ha una forte presa sul pubblico, si interessa spesso di problemi legati alla socialità ed è per questo che ho ritenuto giusto interpellarvi e di mettervi al corrente della mia iniziativa. Da domenica mattina sarò in marcia anche verso la vostra sede di trasmissione per cercare di ottenere uno spazio nel vostro programma al fine di far conoscere la mia iniziativa. Vi sarei grato se il vostro programma volesse interessarsi al mio caso. Per qualsiasi comunicazione potrete trovarmi al Mob. 3401218215 o potrete contattare mia moglie Nicoletta al 3494057692.
In attesa di un gentile riscontro porgo i miei più distinti saluti

                           Franco Ciacci

In allegato il programma della mia marcia in solitario
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252 km di speranza

L’iniziativa. Ho deciso di effettuare una marcia in 11 tappe, di circa 24 km ognuna, per sensibilizzare l’opinione pubblica ma, soprattutto i media, su due grandi problemi che ci riguardano da vicino; le vittime della strada e la donazione di organi.

Vittime della Strada. Forse non ce ne siamo accorti, ma in Italia c’è una guerra non dichiarata; ogni anno 7000 morti, 300.000 feriti di cui 20.000 invalidi permanenti gravi sono causati da incidenti stradali. Un massacro che si trascina dietro anche il dolore e la depressione dei familiari. Le notizie di giovani vite stroncate sui nastri d’asfalto ci inseguono ogni giorno, però sono fini a se stesse e sovente sono utilizzate soltanto per fare ascolto. Inoltre, troppo spesso, le cosiddette “autorità competenti” si riempiono la bocca solo di buoni proposti da declamare in pubblico (per farsi notare) ma quasi mai seguiti da fatti concreti. Io ho vissuto sulla mia pelle il dramma di perdere mio figlio Riccardo in un incidente di moto perciò parlo con cognizione di causa; per questo non posso e non voglio stare con le mani in mano a guardare supinamente questo scempio.

Donazione di organi. Ogni anno in Italia si effettuano solo poco più di 3000 trapianti, mentre più di 10000 persone restano in attesa di un organo. Ricevere un organo è, per il trapiantato, un’opportunità in più, una speranza di vita normale altrimenti impossibile. Anche in questo caso parlo con cognizione di causa visto che gli organi di mio figlio sono stati donati.

Lo scopo. La mia marcia in solitario vuol essere una protesta verso l’insensibilità di chi dovrebbe interessarsi sul serio ai suddetti problemi e ha due scopi: il primo di far accendere i riflettori, una volta per tutte, su questi drammatici temi e il secondo è di far conoscere al grande pubblico il mio progetto “un libro per un sorriso (di solidarietà concreta e non a chiacchiere). Nello specifico il progetto ha la finalità (attraverso le o.n.l.u.s. AIDO e Ass. Italiana Familiari e Vittime della Strada) di aiutare tante persone che sono rimaste vittime incolpevoli di incidenti e che non hanno i mezzi economici per curarsi o che, da troppo tempo, sono in attesa di un trapianto di organi.

Oggetto dell’iniziativa. Raggiungere Roma a piedi partendo da Mercatale di Arezzo (luogo in cui ha perso la vita mio figlio) attraverso 11 tappe che si snoderanno tra Umbria e Lazio. La tabella di marcia è la seguente:

GiornoPartenza daArrivo akmVia
Dom 14/10/2007Mercatale (Ar)Umbertide (Pg)21ss416 - exss3bis
Lun 15/10/2007Umbertide (Pg)Bosco (Pg)24exss3bis - ss Tiberina N.
Mar 16/10/2007Bosco (Pg)Passaggio di Assisi (Pg)23sp174 - ss147
Mer 17/10/2007Passaggio di Assisi (Pg)Pietrarossa di Trevi (Pg)21Via Romana - ex ss3
Gio 18/10/2007Pietrarossa di Trevi (Pg)Testaccio - Spoleto (Pg)22ex ss3 - via flaminia
Ven 19/10/2007Testaccio - Spoleto (Pg)Terni27ss 3 -
Sab 20/10/2007TerniMallione27via flaminia
Dom 21/10/2007MallioneCivita Castellana22via flaminia
Lun 22/10/2007Civita CastellanaFontanucola prima23via flaminia
Mar 23/10/2007Fontanucola primaLabaro22via flaminia
Mer 24/10/2007LabaroRoma centro20via flaminia

Le tappe potrebbe subire comunque delle variazioni a causa delle condizioni climatiche, delle mie condizioni fisiche, di problemi legati alla viabilità o ad altre cause imponderabili in un’iniziativa così prolungata (e anche alquanto rischiosa).

L’ obiettivo. Durante la marcia mi trascinerò dietro, un piccolo carrello. Con esso trasporterò uno zaino contenente del materiale utile (abbigliamento, cibo, acqua ecc.) e dove, nella parte posteriore e ben visibile dagli automobilisti in transito, sarà posto un cartello che riporterà la seguente dicitura:
“Da Perugia a Roma 250 km a piedi per protesta: 7000 morti e 300000 feriti all’anno sulle strade. Una guerra dimenticata.”
Una volta raggiunta Roma mi recherò presso le sedi di quelle istituzioni che dovrebbero, secondo me, prestare (con i fatti e non a parole) la massima attenzione ai temi esposti. I luoghi prescelti sono le sedi del Parlamento e del Senato, la sede Rai, la sede romana di Mediaset, il Vaticano e infine le sedi dei quotidiani nazionali. Stazionerò di fronte a questi siti fin quando le “Autorità competenti” non mi avranno ricevuto ed avranno ascoltato le mie ragioni.


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« Risposta #1 il: 19 Ottobre 2007, 20:02:21 »

Complimenti a Franco, e grazie a Cacciavite per la segnalazione dell'evento, che non conoscevo.

Lo sciacallaggio mediatico, anche denunciato da Franco, purtroppo è una delle cose che mi fa più schifo in assoluto... sad
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