Minorenne senza casco coinvolto in un incidente,
i genitori non lo hanno “educato correttamente”
Talis pater, talis filius dicevano i vecchi romani ... vediamo se certi genitori capiscono che per far felice un figlio non basta comprargli il motorino, ma anche fare in modo che ci vada a lungo.
Roma
Minorenne senza casco coinvolto in un incidente, i genitori non lo hanno “educato correttamente”
Lo stabilisce una sentenza della Suprema Corte di Cassazione
http://www.asaps.it/showpage.php?id=21811&categoria=News&sottocategoria=Notizie%20brevi&pubblicazione=24.04.2009&(Asaps), 23 aprile 2009
Se il figlio minorenne, coinvolto in un incidente stradale col proprio motorino, non porta il casco al momento del fatto, può costituire una prova che i genitori non hanno adempiuto in modo sufficiente “all'obbligo di una corretta educazione”.
E’ quanto si deduce dalla sentenza n. 9556 della Terza sezione civile della Suprema Corte di Cassazione, in base alla quale i genitori di V. N., dovranno risarcire i danni alla famiglia di un ragazzo, R. M., che nel 1990, a bordo di una Vespa, morì ad Avigliano (Potenza) nello scontro con il motorino guidato dal loro figlio.
I genitori di V. N. avevano cercato di dimostrare che il ragazzo era abbastanza maturo, tanto da avere anche un lavoretto in una carrozzeria.
I giudici del “palazzaccio”, però, nel confermare la condanna della Corte d'appello di Potenza, hanno sottolineato che “lo stato di immaturità, il temperamento e l'educazione del minore possono desumersi anche dalle modalità del fatto ed è pacifico che il figlio non indossava il casco e aveva una certa dimestichezza con i veicoli, pur essendo minorenne”.
Nella sentenza, si ricorda che un padre e una madre hanno sempre l'obbligo di “vigilanza e di educazione di un figlio”: per questo motivo, se il minore rimane coinvolto in un illecito, i genitori devono dimostrare di avere “impartito al figlio un'educazione normalmente sufficiente ad impostare una corretta vita di relazione in rapporto al suo ambiente, alle sue abitudini e alla sua personalità”. I genitori, quindi, devono compiere i doveri “di natura inderogabile, finalizzati a correggere comportamenti non corretti e quindi meritevoli di costante opera educativa, onde realizzare una personalità equilibrata, consapevole della relazionalità della propria esistenza e della protezione della propria e altrui persona da ogni accadimento consapevolmente illecito”.