andrew68
Mo ci Penso
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« il: 21 Agosto 2010, 21:39:33 » |
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Salve a tutti, è la prima volta che scrivo su questo forum e lo faccio in una situazione poco felice, appena avrò tempo mi presenterò come si deve, per adesso mi limito a questa discussione. L’ abbigliamento tecnico e i congegni elettronici non bastano a salvarci la vita, secondo me il grosso del lavoro lo devono fare gli enti che gestiscono la manutenzione delle strade e non mi riferisco solo alle buche ma ai micidiali guard rail, leggete qui di seguito cosa mi è successo sabato dieci aprile di quest'anno e capirete perché la penso così: L'inverno è finito, oggi è un bel sabato primaverile e il giro programmato dal motoclub "allucchettati" parte da Firenze per attraversare il chianti fino a Castellina, scendere sulla cassia a Poggibonsi, passare dal "nurburgring di noiartri": S. Gimignano - Castel S. Gimignano e andare al mare dalla via volterrana. A Strada in Chianti facciamo la foto di gruppo e poi partiamo baldanzosi per una giornata di sole, moto, curve e perchè no un buon pranzo a base di pesce! quasi alla fine del tratto di strada in discesa da Castellina in Chianti a Poggibonsi perdo l'appoggio della ruota anteriore della mia VFR800, io e la moto scivoliamo sull'asfalto, la moto si incastra sotto al guard rail e io ci passo sotto. Respiro a fatica, mi tolgo il casco da solo, non controllo il piede sinistro quindi tibia e perone sono sicuramente rotti, non riesco ad alzarmi in piedi, il respiro si fa sempre più affannato. I miei amici chiamano il 118 e il medico si accorge subito che la situazione e più grave di quanto io percepisco, mi porterà al CTO di Firenze l'elicottero Pegaso che arriva sul posto dopo pochi minuti, ricordo solo le porte dell' elicottero che si chiudono poi mi si chiudono gli occhi. Mi risveglio dopo una settimana di coma indotto e per un' altra settimana mi vengono somministrati morfina e antibiotici vari, nei pochi momenti di lucidità mi vedo fili ed elettrodi addosso, non riesco a parlare perchè sono intubato, ho un tubo nel naso che serve per alimentazione, vedo gli infermieri che cambiano bottiglie di flebo. Finito questo trattamento passo alla terapia sub-intesiva e finalmente sono lucido e un dottore mi racconta tutti i miei guai: emo-pneumotorace: un ematoma mi bloccava il polmone, ecco spiegato il respiro sempre più affannato; frattura del femore, fratture varie alle costole, tibia e perone sinistro con fratture multiple e scomposte, talmente gravi da lasciare una sola soluzione: amputazione sotto il ginocchio, ecco spiegato perché sentivo un dolore alla gamba sinistra ma non vedevo il mio piede. Passo un paio di mesi al reparto ortopedia dove mi curano per far rimarginare l’amputazione, durante la prima settimana di luglio vengo trasferito in centro di fisioterapia (da dove sto scrivendo questa lettera), per avere una protesi dovrò aspettare altri due mesi. Tutto questo è successo a me che vado in moto da oltre venti anni, un “diversamente smanettone” che fa diecimila kilometri all’ anno e quel giorno avevo addosso tutto l’abbigliamento tecnico possibile: casco, tuta, guanti, stivali e paraschiena; io ho fatto la mia parte ma contro un guard rail che da qualunque parte lo guardi ha uno spigolo tagliente sono rimasto mutilato, immaginate cosa sarebbe successo se avessi sbattuto il torace o il collo. Un lampeggio
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