Fonte Brescia oggi
http://www.bresciaoggi.it/storico/20030824/provincia/Aab.htmDomenica 24 Agosto 2003
Massimo Maccagnola, 32enne di Manerbio, ha perso la vita nei pressi del casello «Brescia centro»
Schianto in A21, muore idraulico
Forse per un malore finisce contro la cuspide del guard-rail
Una leggera sbandata prima dello schianto contro la cuspide del guard-rail. Poi il buio della morte. Il destino non ha voluto lasciare vie di scampo a Massimo Maccagnola, idraulico di 32 anni residente a Manerbio in via Moretto 14, che ha perso la vita ieri pomeriggio lungo l’autostrada A21 nei pressi del casello Brescia centro. La vittima era al volante di una Fiat Tipo di colore bianco che, all’altezza dello svincolo per Milano della «A4», è finita contro la parte terminale della barriera di protezione della carreggiata.
Il tragico incidente è avvenuto alle 18,30: l’auto viaggiava sulla corsia in direzione Brescia quando per cause al vaglio della Polstrada di Cremona incaricata di eseguire i rilievi, nell’affrontare un’ampia curva, ha sbandato sulla sinistra. Con ogni probabilità, Massimo Maccagnola si è sentito male perdendo il controllo della macchina anche se non si esclude un guasto meccanico o l’ improvvisa foratura di un pneumatico. Fatto sta che l’utilitaria è andata a schiantarsi contro la cuspide del guard rail che separa lo svincolo per Milano dalla corsia che porta alla barriera autostradale di «Brescia centro»: un urto violento che ha compresso e deformato le lamiere dalla parte del guidatore.
L’idraulico è rimasto incastrato al posto di guida privo di conoscenza: l’equipè medica dell’eliambulanza atterrata pochi minuti dopo sulla carreggiata dell’autostrada, ha cercato di rianimarlo. Ma nonostante gli sforzi dei sanitari il suo cuore non ha più ricominciato a battere.
Nel frattempo sono giunti sul posto i Vigili del fuoco di Brescia e Verolanuova, la Polizia stradale di Cremona e un autoambulanza dell’ospedale di Manerbio. Nonostante lo spiegamento di soccorsi per Massimo Maccagnola non c’è stato nulla da fare. La salma è stata ricomposta all’obitorio dell’ospedale Civile di Brescia in attesa che vengano espletati gli accertamenti medico legali.
Le perizie disposte dalla magistratura, dovranno fra l’altro stabilire se la morte sia stata provocata dalle ferite riportate nell’urto con la cuspide o se al contrario, il decesso è legato ad un eventuale malore. Certezze che non mitigheranno di certo il dolore di una famiglia e di un intera comunità.
La notizia della disgrazia si è sparsa nel giro di poche ore a Manerbio destando profonda commozione fra quanti conoscevano Massimo Maccagnola, una persona di grande sensibilità umana: il suo fisico imponente, quasi contrastava col carattere estroverso e disponibile. Tutte qualità che lo avevano spinto a svolgere il servizio di leva nei Carabinieri. Archiaviata l’esperienza nell’Arma, dopo una faticosa gavetta da apprendista, da alcuni anni si era messo in proprio. E anche sul piano del lavoro si era fatto apprezzare per puntualità e professionalità.
Sposato con una coetanea di Dello, era rimasto legato alla famiglia di origine molto conosciuta e stimata nel paese della Bassa: a piangerlo in queste ore di tristezza per l’intera comunità, il papà Lorenzo, ferroviere in pensione, la mamma Lucrezia ex operaia de Gruppo Manerbiesi e il fratello Marco, 36enne dipendente della Estral. La data dei funerali non è stata ancora fissata. n.s.