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 il: 30 Ottobre 2011, 12:03:00  
Iniziato da MadMax - Ultimo post da Ldx
Perchè rimango sempre perplesso quando leggo articoli del genere? Forse perchè mi rendo sempre più conto che il diritto alla sicurezza/salute/quelchevipare passa solo attraverso la disponibilità di un buono studio legale, di tanto tempo da perdere e soldi da impegnare in cause?

In questo abbiamo appreso in toto la lezione degli USA.

sad

 32 
 il: 19 Ottobre 2011, 12:55:53  
Iniziato da MadMax - Ultimo post da MadMax
fonte Sole 24Ore: http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2011-10-18/cadono-vespa-fango-strada-181144.shtml?uuid=AaM4b2DE
"Cornuto e mazziato". Verrebbe da commentare così il caso del passeggero di un'automobile che dopo aver subito un incidente, subito dopo veniva multato dalla polizia stradale per non avere indossato la cintura di sicurezza. Ed ugualmente si potrebbe dire per i due familiari a bordo di una Vespa 50 rovinati a terra a causa del fango accumulatosi sulla statale e rimasti senza risarcimento. "Verrebbe" perché la tenacia ha portato i malcapitati a vedersi riconosciute le proprie ragioni al termine di un lungo iter processuale chiusosi solo in Cassazione.

Senza cartella clinica non vale la prova della stradale
Nel primo caso, sentenza 21514/2011 (il testo integrale sul sito di Guida al diritto), il passeggero multato era anche un avvocato e ciò certamente ha contato nella decisione di proporre ricorso e, dopo la bocciatura in primo grado, di proseguire il giudizio in Cassazione. Le cose, infatti, almeno apparentemente, non deponevano a suo favore. I rilievi della stradale avevano riscontrato, a seguito dell'impatto, che «le cinture di sicurezza erano bloccate nella propria sede», con il montante piegato a seguito dell'urto. Da qui, la multa al passeggero per non averle indossate.
Non solo, agli atti risultava anche l'ammissione sulle cinture del conducente del veicolo: «per lo meno io non le avevo e penso neanche l'avvocato…», e poi giustificandosi «a Melegnano nell'uscire dal casello le abbiamo slacciate in quanto era nostra intenzione fermarci nel primo luogo utile». Il legale però senza perdersi d'animo ha contestato la sentenza per la mancata acquisizione della cartella clinica e per l'omessa valutazione di altri mezzi di prova che, sempre a suo dire, di per sé soli, sulla base della «natura e qualità delle lesioni» riportate, avrebbero «dovuto far escludere la violazione dell'obbligo di indossare le cinture». Per la Cassazione, dunque, sia la perizia tecnico-dinamica che quella medico legale presentate dalla difesa «meritavano una più attenta considerazione», ragion per cui i supremi giudici hanno cassato la sentenza, rinviando il giudizio ad un altro giudice di pace di Milano.

La pioggia è un elemento prevedibile e non esonera l'Anas
Fango, sterpaglie e sabbia, invece, alla base dello sbandamento della Vespa 50 e della caduta dei suoi due passeggeri. In primo grado avevano visto rigettata la loro richiesta di risarcimento, in Appello, però, hanno avuto ragione, ed ora arriva anche la conferma della Cassazione, sentenza 21508/2011. Bocciato, dunque, il ricorso dell'Anas dove si sostiene l'impossibilità di esercitare un controllo continuo sulla rete viaria per via della sua estensione e delle modalità di uso. Per i giudici di Piazza Cavour, infatti, l'evento non aveva quei caratteri di imprevedibilità e inevitabilità che fungono da scriminante. La responsabilità dell'ente c'è e dipende «dal mancato intervento manutentivo diretto alla rimozione del fango e dei detriti dalla sede stradale», a maggior ragione trattandosi di una importante arteria di raccordo di Catanzaro, sulla quale le piogge torrenziali del giorno prima avevano accumulato detriti senza che nessuno nelle 24 ore seguenti li rimuovesse o quantomeno segnalasse la presenza di una zona di pericolo. In definitiva per i giudici «il custode doveva ritenersi obbligato a controllare lo stato della strada ed a mantenerla in condizioni ottimali d'impiego», essendo la pioggia un fattore di rischio «conosciuto o conoscibile a priori dal custode».


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 il: 04 Ottobre 2011, 11:20:46  
Iniziato da cacciavite - Ultimo post da cacciavite
C'è da dire (ammettere) che guidare in Italia è da incubo a causa dell'imprevedibile, idiota, criminale, ...  "fantasia" di tantissimi conducenti.
In queste condizioni diventa difficile godersi una normale turistica girata in moto, salvo scegliere percorsi molto secondari e, comunque, stando con un elevato livello di preallarme.
In Francia questa estate potevo quasi fare a meno di controllare gli specchietti, anche i motociclisti si incolonnano rispettando limite, riga continua e distanza di sicurezza.

A Firenze c'è un velox strasegnalato e stravisibile al pari dei cartelli con il limite, ormai so che la gente fila a +20/30 prima e ... -20 al velox! = si rischia di esser travolti prima, al velox di tamponare.
Dimostrazione lampante di come se ne freghino di guardare che limite ci sia e valutare che forse non è poi tanto folle, anzi!

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 il: 03 Ottobre 2011, 23:51:00  
Iniziato da cacciavite - Ultimo post da Ldx
Che tristezza sì!!!!

Sai quante volte mi è capitato di trovarmi in mezzo ad auto che inchiodano perchè vedono il velox? Finora m'è andata bene, ma è la cosa che più mi fa paura in strada: diventare il ripieno di un sandwich di metallo per colpa di altri.

Concordo pienamente con quanto scrive ASAPS:

Se un sitema viene attivato per moderare la velocità e quindi aumentare la sicurezza sulle strade e poi succede un incidente del genere, qualcosa nel meccanismo non ha funzionato.

Mi sta bene tutto: probabilmente i motociclisti andavano oltre il limite, forse erano distratti, sicuramente sono stati sfortunati... Ma perchè per un velox messo lì per tirar su qualche centinaio di euro due persone non sono più tornate a casa?

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 il: 03 Ottobre 2011, 23:18:33  
Iniziato da cacciavite - Ultimo post da cacciavite
Frena per evitare l'autovelox muoiono due motociclisti
http://www.asaps.it/34612-Noale_%28VE%29Frena_per_evitare_l%27autovelox_muoiono_due_motociclisti.html

Le vittime sono due amici di Zelarino e Spinea, nel Veneziano. Stavano andando a fare un giro quando uno dei due mezzi ha improvvisamente tamponato l'altro

(ASAPS) Noale (Venezia) - Ci sono mille motivi che possono determinare un incidente. Ma non ci era mai capitato di registrare un doppio mortale per causa di un autovelox posizionato lungo una provinciale. La causa forse una distrazione o, probabilmente, una frenata improvvisa prima di un misuratore di velocità.  Due moto, nello stesso senso di marcia, si sono scontrate così nel primo pomeriggio di sabato 1° ottobre sulla provinciale 38 all'altezza dell'incrocio «del pioppeto» a Noale, nel Veneziano. I rispettivi conducenti  sono stati sbalzati dalla sella e finiti contro un platano perdendo la vita praticamente sul colpo. Le vittime sono Devis Lodoli e Vanni Masiero, un 36enne e un 46enne di Zelarino e di Spinea, che stavano andando a fare una scampagnata assieme ad altri amici. Le cronache dicono che dd assistere alla scena c'era una terza moto che invece ha fatto a tempo a frenare.
Ecco una notizia del genere non vorremmo mai leggerla. Se un sitema viene attivato per moderare la velocità e quindi aumentare la sicurezza sulle strade e poi succede un incidente del genere, qualcosa nel meccanismo non ha funzionato. La velocità, la disattenzione, la distanza di sicurezza, o anche la segnaletica di preavviso dell'autovelox?  Saranno gli accertamenti sul luogo dell'incidente a stabilirlo. (ASAPS)



Che tristezza!
Ma la distanza di sicurezza, meglio doppia in moto, è troppo difficile da tenere?
http://www.dgt.es/educacionvial/recursos/dgt/anexos/marcapaginas/deja_espacio.pdf

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 il: 28 Settembre 2011, 11:34:46  
Iniziato da cacciavite - Ultimo post da Ldx
Concordo con te. Anche io avrei detto "integrale sempre e comunque", però... Vabbè.

L'ultimo paragrafo mi sembra più frutto del sistema di rilevazione che dei fatti. Probabilmente i casi "dubbi" si riferiscono alla possibilità che l'incidentato indossasse sì il casco, ma probabilmente non allacciato correttamente. E' una mia interpretazione, ovviamente.

A mio parere, e credo anche secondo te, invece, se il rilevatore vede la vittima senza casco in testa, dovrebbe annotare che non lo portava. Se invece lo portava slacciato o allacciato male (e si è sfilato durante la caduta), direi che è equivalente al "non lo indossava" (o non lo indossava correttamente, che è la stessa cosa).

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 il: 03 Settembre 2011, 15:20:22  
Iniziato da cacciavite - Ultimo post da cacciavite
... ma se la strada è piena di sdrucciolato e olio (come è capitato a me) e io non son l unico che ci ha quasi rimesso un piede, le autorità non dovrebbero prendere misure??
Se ho ben capito sei incappato in pietrisco e,ciliegina sulla torta, olio.

Per quel che ne so il gestore della strada diventa responsabile da quando ne viene a conoscenza, ma anche da quando è ragionevole (definizione terribilmente elastica) che ne debba essere a conoscenza per la doverosa opera di periodico controllo della strada.

Una volta c'erano i Cantonieri dell'ANAS, con casa nella zona di competenza.
Oggi chi passa se ne frega di segnalare e chi riceve la segnalazione se ne frega di intervenire.

Personalmente guido quasi "a vista", cioè la strada che vedo è quella che quasi mi basta per fermarmi/poter cambiare traiettoria. Riduco/tolgo il quasi in caso di traffico, specialmente se contrario.

 38 
 il: 03 Settembre 2011, 10:56:08  
Iniziato da cacciavite - Ultimo post da giola
io prendo spunto da qui per raccontare la mia disavventura: lunedì son caduto in moto, da solo, capita, diciamo... ma se la strada è piena di sdrucciolato e olio (come è capitato a me) e io non son l unico che ci ha quasi rimesso un piede, le autorità non dovrebbero prendere misure??

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 il: 02 Settembre 2011, 20:04:54  
Iniziato da cacciavite - Ultimo post da cacciavite
Che ne pensate?
Direi discorsi sostanzialmente sensati e corretti, ma aria fritta almeno per "noi".

Ma mi sembra che, alla fin fine, abbiano perso un'occasione per:
1) incentivare l'integrale sempre e comunque
2) marcare l'importanza di indossarlo veramente (ultimo paragrafo): su 212 morti tra gennaio e luglio 2011, 11 (5.1 %) non l'indossavano e ... 89 (42 % !!!) non hanno capito se lo indossassero o no  shocked
Di fatto il 47 % non era protetto e, forse, se la sarebbe cavata meglio.


http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Caschi-quanto-influisce-il-materiale-Per-lesperto-non-ce-ne-uno-migliore_312410269119.html

Caschi, quanto influisce il materiale? Per l'esperto "non ce n'è uno migliore"

Roma - (Ign) - Abs, policarbonato, fibra di carbonio o di kevlar. Qual è la più resistente? Per Riccardo Matesic, giornalista specializzato in sicurezza stradale, non si può dire che un composto sia migliore dell'altro: "Deve essere ben fatto, oggi hanno caratteristiche superiori a quelle del corpo umano, non si danneggia la testa, ma il resto sì".

Roma, 1 set. (Ign) – I motociclisti, quelli che in moto o in scooter ci vanno d'estate e d'inverno, in città o in viaggio, sanno perfettamente quanto sia importante l'utilizzo del casco. Ma tra le migliaia in commercio, è certo che la sicurezza sia sempre garantita? E soprattutto, cosa bisogna prendere in considerazione per fare la scelta corretta quando si compra un casco?

Secondo Riccardo Matesic, giornalista ed esperto di sicurezza stradale, “bisogna comprare il casco più indicato per l'uso che se ne vuole fare. Risulterebbe scomodo su uno scooter cinquanta un casco professionale da ottocento euro, così come non sarebbe indicato andare su una moto sportiva con un casco jet aperto sul viso”. La scelta in base al tipo di utilizzo, quindi, è lo step più importante. Poi “si può passare alla tipologia di materiale. Non ne esiste uno migliore. Non si può dire che il casco in fibra di carbonio o di kevlar sia migliore del casco stampato in policarbonato. L'importante è che il casco sia ben fatto”. Fermo restando che "un integrale offre più protezione di un casco aperto" e che la fibra “ha caratteristiche superiori, oramai siamo arrivati a un punto in cui le caratteristiche di un casco superano quelle del corpo umano. Probabilmente – spiega Matesic - il casco è tanto robusto che, in caso di un urto forte, cederebbe prima il corpo: non si danneggia la testa ma si danneggia il resto”.

Per questo motivo i problemi dei produttori di caschi si stanno spostando verso altre caratteristiche: il prodotto finale non dovrà essere pesante, ad esempio, e non dovrà avere un baricentro sbagliato. Non dovranno esserci problemi di vortici col vento, né di rumorosità né di appannamento della visiera. “Si sta cominciando a porre tra i produttori anche il problema dell'aria all'interno del casco per la respirazione. Deve garantire un adeguato ricircolo in ogni condizione, soprattutto nell'utilizzo con lo scooter. In motocicletta c'è abbastanza ricambio d'aria, ma andando in scooter con il parabrezza c'è meno passaggio. I produttori si stanno preoccupando di questo e in futuro, probabilmente, verrà anche normato”.

Matesic, quindi, ribadisce: “I caschi omologati sono tutti buoni, l'importante è scegliere in funzione di un prezzo minimo. Non fidarsi di caschi che costano cifre eccessivamente basse”. Ma allora perché un casco che costa meno di 50 euro passa l'omologazione? Per Matesic durante i test “c'è molto spazio per la manualità dell'operatore: se non è bravo, può inficiare la prova. Ed è molto difficile che poi un'omologazione fasulla possa emergere. Ci sono dei casi in cui sono stati allertati i laboratori che hanno rilasciato omologazioni che sono risultate non in regola dopo i controlli. La procedura è molto difficile e complessa e, soprattutto, quello che mi ha lasciato di stucco è stato scoprire che i test di controllo sulla produzione e sul rispetto dell'omologazione i costruttori se li fanno in casa”.

Proprio sul fronte dell'omologazione, nei mesi scorsi ha sollevato non poche polemiche un'indagine di Altroconsumo che ha nuovamente coinvolto, come ogni anno, una decina di produttori di caschi. L'associazione ha fatto testare i prodotti da un laboratorio indipendente e certificato, con risultati a sorpresa. Note marche sono state infatti bocciate nell'omologazione ECE R22-5 sull'assorbimento degli urti e sullo scalzamento, cioè il rischio che il casco si sfili durante l'impatto. Il risultato, inviato al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti con la richiesta di bloccare la commercializzazione dei caschi bocciati nel test, ha innescato un botta e risposta tra costruttori e associazione ma nulla di fatto sul fronte di eventuali ritiri del prodotto.

Una proposta, che non chiede il ritiro dei caschi ma propone test fatti direttamente dal ministero dei Trasporti la rilancia lo stesso Matesic: “Il dicastero, che ha due laboratori 'centro prova autoveicoli' attrezzati per fare i controlli giusti, potrebbe prelevare anonimamente dai negozi dei caschi dagli scaffali a caso e fare dei test per vedere se l'omologazione è stata rispettata. Sarebbe importante, ma la proposta si è arenata per mancanza di fondi. In realtà – dice - servirebbe la volontà per arrivare a una cosa del genere, sarebbe importante per la tranquillità di tutti”.

A proposito di utilizzo del casco, secondo i dati aggiornati della Polizia stradale sono in calo nei primi sette mesi dell'anno le multe per chi non lo utilizza. Nel periodo che va da gennaio a luglio del 2011, le infrazioni accertate sono state 4.530, contro le 5.521 dello stesso periodo del 2010. Sul fronte degli incidenti, quelli mortali nei quali sono stati coinvolti motocicli e ciclomotori sono stati 212 tra gennaio e luglio (una variazione quasi nulla rispetto ai 217 nel 2010). A perdere la vita, rileva Polstrada, sono stati 197 conducenti e 15 passeggeri. Di questi, complessivamente, 112 portavano il casco (103 conducenti e 9 passeggeri), mentre a non indossarlo sono stati appena 9 conducenti e 2 passeggeri. E' però da sottolineare che ci sono stati complessivamente 89 casi in cui non è stato possibile accertare da parte delle forze dell'ordine se chi guidasse il motoveicolo e chi era seduto dietro indossasse o no il casco.

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 il: 27 Luglio 2011, 15:30:37  
Iniziato da zanzara - Ultimo post da cacciavite
A me questa iniziativa sta stra-benissimo ... ma

Curiosamente ieri, andando e tornando da Firenze a Roma, due episodi proprio con Carabinieri:
- uno in licenza su moto: giacca così così, grosso borsone sulle spalle, pantaloni e scarpe normali; ho provato inutilmente a spiegargli gli errori;
- auto ufficiale oltre 150 km/h, senza luci e sirena, taghe illeggibili, inesistente distanza di sicurezza dal mio retro mentre sorpassavo regolarmente sui 120, i 3 in divisa erano senza cintura.

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