Articolo sempre sulla gazzetta di Parma del giorno dopo la Convention:
«Nuovi guardrail protetti per salvare i motociclisti»
Convention sulla sicurezza per le due ruote: «Le vecchie barriere sono pericolose»
«Era rispuntato il sole quel pomeriggio e con la voglia di vivere e di divertirsi che si ha a 17 anni non hai resistito e sei partito per il solito giro in moto. Ma ad un tratto, improvvisamente, una scivolata, il guardrail, e il cielo sopra di te si è spento. Non riusciremo mai a ridarti i tuoi sogni, ma cercheremo di impedire che altri ragazzi meravigliosi come te vedano spegnersi i loro». Una promessa quella di Lorenzo Ferrari, che ha scritto questa significativa lettera al fratello Gianluca, che il 24 luglio scorso ha perso la vita in un incidente stradale. Nel nostro Paese, ci sono 9mila vittime all'anno, 300 mila feriti e 20 mila disabili: dati che fanno riflettere e che hanno mosso la discussione alla sala congressi del Centro Don Gnocchi, per la prima Convention nazionale sulla «Sicurezza stradale per le due ruote Memorial Gianluca Ferrari», organizzata dall'Associazione motociclisti incolumi (Ami) con la partecipazione di numerosi addetti ai lavori: «Finalmente – spiega Marco Guidarini, presidente Ami -, siamo riusciti a coordinare le associazioni dei motociclisti con le amministrazioni dell'Emilia Romagna, per una collaborazione proficua, affinché si possano migliorare le aspettative di vita di tanti giovani e quindi ridurre quella che è considerata la prima causa di morte, fra i 14 e i 45 anni di età, che è l'incidente stradale. Una preoccupazione che è rivolta a motociclisti, automobilisti, camionisti, pedoni e animali. Noi insistiamo che vengano istituiti più circuiti per corsi di guida per chi prende la patente, nonché per un miglioramento delle infrastrutture e delle strade».
Ma oltre alla preoccupazione c'è di più: «Il guardrail costituisce oggi uno dei maggiori fattori di rischio per i motociclisti – ha continuato Guidarini -, proprio perché rappresenta un ostacolo fisso. I guardrail non protetti e di vecchia concezione, non schermati fino in fondo, sono un pericolo serio, in quanto è sufficiente un urto a 40 o 50 all'ora per determinare il decesso della persona, anche in possesso di un buon casco. L'obiettivo è quindi di limitare il guardrail là dove è necessario. La proposta che stiamo presentando è quella di un guardrail protetto, l'ultimo ritrovato in tecnologia, che garantisce sicurezza per i motociclisti».
Luigi Cicinnati, il responsabile della Divisione ricerca e sviluppo della Fracasso Spa che ha prodotto questi nuovi guardrail, aggiunge: «Dalla fase sperimentale di test superati brillantemente, siamo al punto in cui viene messo sul mercato il prodotto. E' un guardrail che verrà pertanto installato nei punti più cruciali del nostro Paese. Questo però non dipenderà solo dalla Metalmeccanica Fracasso, ma dipenderà dalla sensibilità degli enti pubblici e locali, che hanno l'incarico della progettazione della sicurezza stradale. Noi insieme ai partner del progetto abbiamo preparato questo dispositivo».
Numerosi gli interventi da parte dei rappresentanti delle forze dell'ordine, delle istituzioni, degli enti locali e delle associazioni. Alla fine, tocca a Roberto Garrisi del Ministero delle Infrastrutture fare il punto sugli interventi in programma: «Subito dopo l'approvazione del piano nazionale per la sicurezza stradale, il Governo ha portato le prime modifiche al codice della strada. Nella seconda fase, il Ministero sta provvedendo per intervenire su quella parte che sicuramente è meno visibile ma ha un riflesso molto importante: sono state analizzate tutte le strade e tutta la rete nazionale italiana, per identificare quei punti critici, dove si è verificato il maggior numero di incidenti. Si tratta di sistemare e rendere più moderna la nostra rete stradale, per risolvere problemi strutturali e con particolare attenzione agli utenti più deboli, come ciclisti e pedoni».
Mara Varoli
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