Questo commento è stato scritto dopo la mia partecipazione a nome dell'AMI al
Convegno Nazionale sulla Sicurezza Stradale dal titolo “Stato ed evoluzione dell’incidentalità stradale in Italia, strumenti per il miglioramento della sicurezza verso il 2010”, tenuto il 29 marzo 2007 ed organizzato dall’AGI-Taranto.
Si tratta di considerazioni del tutto personali elaborate in modo autonomo ed indipendente, quindi
soggettive. Naturalmente se qualcuno dovesse sentirsi colpito o offeso da qualche affermazione o inesattezza sarò lieto di essere smentito anche pubblicamente. Non faccio nemmeno un nome ma la lista delle persone che hanno relazionato è pubblicamente disponibile sulla brochure del convegno, disponibile sullo stesso sito dell'AGI Taranto.
La lista dei relatori era ricca e di spessore molto elevato. Grande iniziativa! La cosa mi ha reso subito interessato ed entusiasta, anche perchè non è tanto frequente che un convegno così importante si tenga in Puglia, nel profondo Sud Italia.
Appena sono venuto a conoscenza del convegno ho fiduciosamente preparato come A.M.I. un contributo scritto da inviare alla segreteria ed una richiesta per un eventuale intervento (disponibile qui:
http://www.motociclisti-incolumi.com/public/portale/index.php?ind=downloads&op=entry_view&iden=29), magari da effettuarsi al posto di qualche relatore che come regolarmente accade non può essere presente.
Il convegno effettivamente si è rivelato di alto livello. Però ciò che alla fine è concretamente emerso non ha prodotto nulla che già non si sapesse perfettamente. Addirittura sono venute fuori alcune conclusioni che definire agghiaccianti è solo un tenue eufemismo.
Il numero di interventi era molto elevato e pertanto non riesco a sintetizzare tutto, d'altronde posso far affidamento solo sulla mia memoria e sui pochi appunti che sono riuscito a prendere. In ogni caso ci provo, iniziando dalle cose più scontate:
1. La sinistrosità sulle strade è la
prima causa di morte per le persone under 40 ("giovani"), e tra le prime in assoluto per la popolazione in generale. Secondo l'ISTAT negli ultimi anni ci si è attestati sui 5500 morti e circa 12500 persone con invalidità gravi per anno, ma altre fonti sostengono che queste cifre sono inferiori alla realtà.
2. Si tratta di una
piaga sociale, con risvolti sulla qualità della vita delle famiglie coinvolte ed anche sui portafogli di tutti quanti noi. Il costo equivalente stimato dei danni causati dagli incidenti stradali è dello stesso ordine di una manovra finanziaria importante (decine di miliardi di euro l'anno).
Fin qui nulla di nuovo. Sono informazioni che chiunque abbia un minimo di interesse sull'argomento può reperire praticamente ovunque. Andiamo avanti, e cominciamo con gli argomenti discutibili...
3. Secondo i relatori le principali cause di incidente stradale sono da ascriversi al
comportamento degli utenti della strada (alcool, velocità, impreparazione, eccesso di confidenza, mancato rispetto delle basilari norme del Codice, ecc.), e questo in linea di massima è condivisibile. Ma... In particolare, secondo il chairman del convegno, il comportamento degli utenti è causa di incidente nel 90% dei casi. Solo il restante 10% è da ascriversi a carenze infrastrutturali o a problemi tecnici dei veicoli. Traduco:
- i veicoli sono sicuri (e su questo credo si possa essere tranquillamente tutti d'accordo);
- le strade sono sostanzialmente sicure (!);
- in sostanza, è tutta colpa degli utenti.
Diversi altri relatori hanno pur garbatamente smentito questa posizione, innalzando ad
oltre il 30% la "responsabilità" delle infrastrutture viarie tra le cause d'incidente. Ma il messaggio che è emerso in modo strisciante è che
le strade sono sostanzialmente sicure. Ma allora, tutte le trappole che sono sistematicamente ed accuratamente distribuite sulle nostre strade sono il frutto di allucinazioni collettive? Chi lo spiega ora a tutte le persone che si sono frantumate sui guard rail?
Ma non solo: durante tutto il convegno si sono snocciolati migliaia di numeri sulle cause di incidente, ma
neppure una parola è stata spesa sulle reali cause dei traumi e quindi delle morti e delle invalidità. Noi sappiamo bene che su questo aspetto le infrastrutture stradali sono classificabili come efficienti macchine di morte, ma vaccaboia nessuno tra gli "addetti ai lavori" sembra essersene accorto. Ripeto, stiamo parlando di persone che per professione si occupano di progettazione e di sicurezza stradale ai massimi livelli...
4. Tutte le relazioni parlavano di incidenti d'auto e di incidenti che coinvolgono la cosiddetta "utenza debole": pedoni e ciclisti. Cito testualmente: "300 ciclisti morti all'anno sulle strade sono un numero enorme". Nessuno ha citato i motoiclisti come utenza debole, nè tantomeno commentato gli oltre 1000 motociclisti morti all'anno: la sensazione è che si tratti di un fatto... "normale", quasi fisiologico. Aggiungo io: forse per quest signori un motociclista morto è semplicemente un imbecille in meno in strada? Preferisco non sapere la risposta.
Ma queste castronerie sono quasi roba da dilettanti, continuate a leggere perchè ora ci sono le perle migliori.
In qualche relazione si è vagamente accennato all'inadeguatezza delle infrastrutture. Ancora il chairman ha ribattuto sostenendo che non solo le strade non sarebbero quasi mai causa di incidente (e già questo sarebbe molto discutibile) ma, udite udite (cito quasi testualmente):
non è detto che ammodernare una strada, allargarla, fare un bell'asfalto liscio e con buona aderenza serva a migliorare la sicurezza, poichè la "percezione del rischio" da parte del guidatore diminuirebbe e lo porterebbe ad osare di più, aumentando di fatto la pericolosità.
In altre parole, più una strada è insicura e disseminata di trappole, meglio è. Avete letto bene.
Curiosamente, subito dopo un altro relatore ha totalmente smentito questa posizione documentando il fatto che la "percezione del rischio" di fatto non ha alcun ruolo nell'incidentalità, poichè la guida è un fatto quasi totalmente sotto il dominio delle "abitudini" dei guidatori (insomma si guida senza "pensare" e la percezione del rischio non entra praticamente mai in gioco). Sarebbe grottesco, se non ci fosse da piangere.
Sempre sullo stesso tono, si è sentenziato contro i sistemi di sicurezza attiva (ABS, ESP, ecc.) sempre per lo stesso motivo: in presenza di questi dispositivi il guidatore è portato ad assumere comportamenti più rischiosi. Avete di nuovo letto bene, l'ABS e l'ESP e tutti gli altri sistemi di sicurezza sarebbero deleteri. Mi meraviglio che non si sia proposto di costruire direttamente le auto senza freni, così la gente andrebbe davvero pianissimo. Magari se lo propongo io mi fanno direttamente Ministro.
Dopo aver ascoltato incredulo queste affermazioni agghiaccianti ho tentato di replicare ma non mi è stata concessa la parola. Vabbè, aspetterò la discussione conclusiva...
Vi risparmio tutti gli altri dettagli anche perchè in gran parte non me li ricordo neppure (avrò ascoltato almeno una decina di interventi su osservatori, analisi, classificazioni, fenomenologia, modellazioni, criteri di valutazione, insomma lavori fatti con un paio di studenti ed un PC ma costati migliaia e migliaia di migliaia di euro alla collettività), e vado dritto alle conclusioni del convegno: è stato presentato il
disegno di legge, sviluppato da una Commissione Nazionale sulla sicurezza stradale (non ricordo esattamente il nome di questa commissione ma il senso è quello) che sarà a breve discusso in Parlamento per la riforma del Codice della Strada. Ciò sarà possibile anche grazie ad un articolo dell'ultima Legge Finanziaria che finalmente, dopo anni di immobilismo, dedica un considerevole quantitativo di denaro per la sicurezza stradale: si parla di
centinaia di milioni di euro "extra", mica spiccioli.
In pratica questa proposta di riforma del Codice della Strada è articolata in quindici punti, che comprendono la revisione del meccanismo di decurtazione dei punti-patente (alcune violazioni saranno sanzionate in modo più pesante), campagne di sensibilizzazione contro alcool e comportamenti a rischio, introduzione di corsi anche nei primi livelli di scuola (speriamo li facciano quanto prima), qualche altra quintalata di osservatori e valutazioni delle cause di incidentalità (ma possibile che nel 2007 ancora non sappiamo perchè la gente muore per strada???). Insomma qualche altro vagone di film già visti. Però oltre a ciò avevo anche intravisto qualche punto interessante su cui val la pena soffermarsi un attimo:
- "Riduzione della mortalità per i motociclisti" (ehi, qualcuno si è accorto che i motociclisti che muoiono per strada sono in aumento, contro una diminuzione generalizzata della mortalità): gli interventi proposti purtroppo non vanno oltre cose tipo "analisi delle cause e valutazione dei possibili interventi". Ancora aria fritta. Delusione totale su questo punto.
- "Messa in sicurezza delle infrastrutture viarie" (addirittura comincia a far capolino l'ipotesi che sono le strade non sono adeguate!). Bene, vediamo di cosa si tratta. Tenetevi forte, sedetevi e tirate un respiro. Siete pronti? Bene: questo intervento sarà effettuato sulle 12 strade più pericolose d'Italia, in modo da creare degli "esempi virtuosi" da imitare. No, non ho sbagliato a scrivere, saranno messe in sicurezza la bellezza di DODICI strade. Dodici fottute strade messe in sicurezza (e già tremo al pensiero di COME ciò sarà fatto, considerate le idee di queste persone) a fronte di un investimento di CENTINAIA DI MILIONI DI EURO, come unico risultato tangibile. Questo "esempio virtuoso" poi quali benefici dovrebbe portare? Le altre centinaia di migliaia di km di strade che faranno, si riasfalteranno spontaneamente, scrollandosi di dosso i guard-rail ed i pali a margine per opera di magia?
Avevo decine di domande da porre ai relatori, ho chiesto più volte di intervenire ma alla fine il convegno è stato
chiuso senza dare la possibilità ad alcuno di porre quesiti o un minimo di dibattito. Sono rimasto col dito alzato.
Signori miei, signore mie, ecco le persone a cui è affidata la nostra sicurezza. Già oggi gli altri Paesi civili sono molto avanti, nel 2010 la Francia avrà dimezzato i morti per strada, e l'Italia avrà speso centinaia e centinaia di milioni di euro (soldi nostri, mica vinti alle lotterie) per foraggiare osservatori e commissioni, mentre la gente continuerà a morire per le strade.
Siamo ancora disposti a sopportare tutto questo?