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Francia, “allarme rosso” per i motociclisti
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Autore Topic: Francia, “allarme rosso” per i motociclisti  (Letto 2987 volte)
cacciavite
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« il: 04 Giugno 2007, 18:36:10 »

Fonte http://www.asaps.it/showpage.php?id=13943&categoria=News
ASSOCIAZIONE SOSTENITORI E AMICI DELLA POLIZIA STRADALE

(ASAPS) PARIGI, 4 giugno 2007 – In Francia, i motoveicoli rappresentano ancora, nel 2007, l’1% del traffico, ma purtroppo i centauri costituiscono il 17% dei morti sulla strada. Una situazione analoga a quella di molti stati occidentali, alla quale tutti (compresa l’Onu, l’Unione Europea e gli Stati Uniti) cercano in qualche modo di porre rimedio.
Secondo uno degli ultimi studi epidemiologici realizzati in Francia dal Dipartimento Interministeriale della Sicurezza Stradale, il conducente delle due ruote motorizzate (ciclomotore e motoveicolo), corre il rischio di lasciare la pelle sulla strada venti volte in più rispetto ad un automobilista. Un dato agghiacciante, “una sentenza senza alcun appello” – per usare la definizione esatta attribuita da Le Figaro – emerso dall’Osservatorio interministeriale (ONISR), pubblicato giovedì scorso (31 maggio 2007).
Sono ormai 15 anni, in Francia, che la mortalità dei motard continua a crescere, in maniera proporzionale, ma, secondo gli osservatori che analizzano anche i dati esteri, il rischio che si corre in Francia è 3 volte superiore a quello di molti altri stati europei, a parità di chilometri percorsi. La Germania, è, appunto, uno di questi.

Il comportamento del motociclista sarebbe nella maggior parte dei casi la causa della letalità, visto che nel 33% degli eventi mortali non è registrata la presenza di terzi.
Di più, analizzando lo stato psicofisico delle vittime (quindi si tratta di informazioni provenienti dai tavoli autoptici), è emerso che l’alcol ha il suo peso: il 19,3% dei motociclisti uccisi nel 2005, aveva livelli alcolemico superiori al consentito.
La ricostruzione delle dinamiche consente, dall’altra parte, di attribuire all’eccesso di velocità un’altra fetta di responsabilità. Nel corso del 2005, per citare un dato, il 40% dei motociclisti coinvolti in sinistri stradali, circolava a velocità eccessiva e comunque non commisurata alle condizioni di strada e traffico, contro una percentuale del 20% tra gli automobilisti.

È allarme, dunque, ma non è possibile dare tutta la colpa a loro: analogamente a quanto avviene in Italia, sono moltissimi i motociclisti che pagano duramente il prezzo della disattenzione da parte delle altre categorie di utenti della strada: dal pedone al ciclista, dall’automobilista all’autotrasportatore.
Alla mancanza di attenzione e rispetto, gli studiosi francesi hanno dedicato una congrua parte del proprio lavoro di ricerca, riuscendo a stabilire che nel 15% di incidenti con lesioni o morte, occorsi tra un’auto ed una vettura, la causa è da ricercare nella mancanza d’attenzione da parte dell’automobilista che svolta a sinistra senza guardare.

A questo tipo di incidenti, ne vanno aggiunti tanti: il superamento del semaforo rosso, le mancate precedenze, il sorpasso vietato, l’andamento sconsiderato o distratto di chi si dimentica di essere in un contesto viario, piuttosto che in un sentiero per la passeggiata domenicale.

E allora, il dipartimento della Sicurezza Stradale (che in Italia, purtroppo, ancora ci sogniamo) ha lanciato una campagna di sensibilizzazione (alla quale seguirà, come al solito, l’attività repressiva) che ricorderà ai motociclisti le più elementari regole di sopravvivenza della categoria ed agli automobilisti che, attorno a loro, non c’è solo la carrozzeria della propria macchina.
C’è anche gente in sella, che rispetta le regole e pretende rispetto ed attenzione. Ne va della vita. Le immagini che pubblichiamo, tratte dalla campagna, parlano da sole. (ASAPS)
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« Risposta #1 il: 05 Giugno 2007, 19:55:13 »

Il comportamento del motociclista sarebbe nella maggior parte dei casi la causa della letalità, visto che nel 33% degli eventi mortali non è registrata la presenza di terzi.

A parte il fatto che il 33% dei casi non è "la maggior parte dei casi", visto che rimane il 67%!

Comunque non ci credo. La mia esperienza di decine di migliaia di km in moto mi dice che in un incidente in moto c'è nella grande maggioranza dei casi una causa/concausa dovuta a disattenzione altrui. Lo vedo tutti i giorni sulla strada, se non ho dieci occhi aperti mi stendo un incrocio sì e l'altro no. Il fatto che non ci sia *contatto* con altri veicoli non significa che non ci siano responsabilità altrui.

Troppo spesso capita che uno stronzo ti tagli la strada e neppure se ne accorge, oppure semplicemente se ne fotte se ha rischiato di ammazzarti. Quanti di questi stronzi si fermano dopo che si sono resi conto che hanno steso qualcuno? Nessuno. Eppure la responsabilità di tali incidenti ricade poi sul motociclista.

Le statistiche "ufficiali" vanno prese con le molle, le pinze, i guanti e gli occhiali da sole: ad esempio secondo le statistiche ufficiali, risulta quanto segue:

"il numero di incidenti causati da stato di alterazione psico-fisica (sonno, alcool, ecc.) è inferiore al 2%". Questo dato è UFFICIALE, direttamente dai rilievi Polstrada.

A questi numeri non ci crede nessuno, neppure chi li scrive. Questo perchè tante cause di incidente non sono rilevabili "a posteriori", e pertanto sono artificiosamente percepite come poco frequenti.

E quindi tutti ad addossare le responsabilità alla velocità ("eh, chissà a quanto andava"). Che per carità, sicuramente è un fattore di rischio, ma molto, molto meno di quel che ci viene detto. Certo non dimentichiamo che i comportamenti folli ci sono anche tra noi, ed il post di Zanzara di alcuni giorni fa ne è la prova, ma non riescono a giustificare tutto.
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« Risposta #2 il: 05 Giugno 2007, 21:05:34 »

per i dati ,bisogna considerare che si sta parlando della francia, pease dove gli automobilisti fanno più attenzione che da noi......a proposito di casa nostra..
....proprio sta mattina sulla strada che faccio tutti i giorni hanno inviestito un ragazzo in moto o motorino,ho visto sull'asfalto un telo bianco che copriva un corpo e mi è venuta una profonda tristezza...non ho potuto capire di chi sia stata la colpa, ma la conclusione è sempre quella  sad
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« Risposta #3 il: 06 Giugno 2007, 09:58:18 »

Citazione
A parte il fatto che il 33% dei casi non è "la maggior parte dei casi", visto che rimane il 67%!
concordo, questa frase non l'avevo proprio capita, ma forse si devono sommare le altre concause.

Nel 1972 finii per terra in autostrada (anche) per colpa di un automobilista che mi aveva sfiorato (almeno 40 km/h di scarto di velocità) mentre stavo lasciando la corsia di sorpasso. Mi buscai anche una multa per incidente "con feriti" (io solo) causato da "carico eccessivo" (~ 25 kg di carico sbilanciato su 2 borse laterali); l'agente della PolStrada mi disse che l'auto non aveva colpa non essendoci stato contatto e non mise nulla a verbale!
Ho scritto (anche) per colpa ... perchè ci misi del mio (= inesperienze varie) oltre al carico sbilanciato.

Citazione
"il numero di incidenti causati da stato di alterazione psico-fisica (sonno, alcool, ecc.) è inferiore al 2%". Questo dato è UFFICIALE, direttamente dai rilievi Polstrada.
dimenticando che da noi i rilievi sono più unici che rari!
Guarda caso ora che stanno aumentando un briciolino i controlli, le statistiche impazziscono.

Un appunto ai centauri & scooteristi però è da fare: con il fottio di manovre azzardate/incoscienti/idiote che vedo ogni giorno (in moto ho più paura dei 2 ruotisti che dei 4+ruotisti), la sensazione che molti ricavano è "se lo fanno vuol dire che si possono scansare sempre".

La valutazione della velocità di un mezzo è cosa molto ardua e troppo spesso vengono accettate testimonianze totalmente prive di fondamento, ne ricordo una: "ho sentito la frenata, mi sono voltato, la ragazza era per terra con il ragazzino in piedi accanto, lo scooter era fermo 2 m dopo, andava molto veloce".

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