Mondo del motociclismo in lutto, muore Baldassarre Monti
Baldassarre Monti muore in un incidente
Da "Gazzetta di Parma" 21 novembre 2008
SORBOLO diCaterina Barbarini
Si è interrotta ieri nel tardo pomeriggio la corsa di Baldassarre Monti, 47 anni sorbolese, noto campione di motociclismo. Baldassarre, meglio conosciuto come «Sarre», aveva passato tutta una vita su due ruote e proprio in sella al suo scooter è morto ieri intorno alle 18.30 a causa del grave incidente in cui è rimasto coinvolto.Una vita in giro per il mondo fra gare, record su pista, campionati nazionali e internazionali di superbike, fino al grave incidente del '94 che lo costrinse a chiudere la sua carriera di professionista.Baldassarre Monti - che non era sposato - era conosciuto da tutti in paese: figlio di Andrea Monti, fiorista e titolare di un’impresa di onoranze funebri, girava sempre in sella al suo scooter. Era nato a Casalmaggiore nel 1961 e aveva iniziato a correre a 25 anni, nell'86. Fino, come detto, al terribile incidente del '94, che mise fine alla sua carriera di motociclista. Lascia anche la madre Irma e il fratello Paolo, sposato e padre di due figli. Ieri pomeriggio stava percorrendo, in sella al suo scooter, via Brescello-Poviglio diretto verso Sorbolo quando, poco prima della rotonda di Sorbolo Levante, all’altezza di via Manzoni, si è scontrato frontalmente con una Renault Laguna blu scuro che proveniva nella direzione opposta e stava svoltando a sinistra proprio in via Manzoni. La precisa dinamica dell’incidente non ancora stata chiarita e la Polizia stradale di Guastalla, subito intervenuta per compiere i rilievi, non ha ancora ultimato tutti gli accertamenti del caso. Forse il conducente dell’auto, che non ha riportato lesioni, ma si trovava in stato di shock, nello svoltare non ha visto lo scooter che sopraggiungeva verso di lui. «La macchina ha lasciato sfilare un’altra vettura - spiegano alcuni testimoni che hanno assistito al grave incidente - ma non lo scooter». Lo scontro è stato violentissimo: il corpo di Sarre Monti è volato a diversi metri di distanza dal suo scooter, sul marciapiede nella carreggiata opposta, proprio di fronte alla pizzeria d’asporto. Il proprietario ha assistito allo scontro dall’interno del suo locale e subito è uscito avvicinandosi al corpo in fin di vita del motociclista. «Ho sentito un enorme boato - racconta -, ho alzato lo sguardo e ho visto lo scontro e il motociclista che veniva sbalzato fuori. Ho subito capito che doveva essere grave - spiega - ho avvertito il 118 e sono uscito fuori per vedere come stava il motociclista. Mi sono accorto subito che le sue condizioni dovevano essere gravissime».Poco dopo è arrivata l’ambulanza di Sorbolo, ma i medici non hanno potuto fare altro constatare la morte di Baldassarre Monti. Tra le cause dello scontro forse anche la poca visibilità del tratto rettilineo, considerato molto pericoloso da molti residenti in quella zona.
Da "Gazzetta di Parma" 21 novembre 2008
Una vita a tutto gas tra grandi vittorie e terribili incidenti Più volte campione italiano Sport production, corse nel mondiale Supebike
SORBOLO. A Sorbolo, dove viveva, Baldassare Monti era conosciuto da tutti e nel tempo era diventato una sorta di personaggio. Tutti i giorni lo si incontrava in giro per il paese, mentre girava per strada a bordo del suo scooter e disinvolto salutava la gente di passaggio. Ed era proprio quel mezzo a due ruote, che non abbandonava mai, a caratterizzarlo maggiormente, e ricordare a tutti la sua storia, sfortunata ma gloriosa.«Sarre», così era chiamato da tutti il 47enne, ha vissuto infatti una vita dedicata soprattutto alla passione per le due ruote, che aveva praticato fin da giovanissimo con grande entusiasmo. In passato era stato anche un grande astro nascente del motociclismo, ma poi un terribile incidente in gara avvenuto sulla pista dell’Isola di Man, lo aveva costretto ad interrompere prematuramente la carriera. La sua avventura a due ruote era cominciata in modo un po' casuale: Sarre faceva motocross dall’età di 15 anni, scorrazzando nella vecchia pista che fino a pochi anni fa si trovava nell’ex fornace di Sorbolo. Poi aveva cominciato a gareggiare nel campionato regionale motocross, conquistando un decimo posto a bordo di una Kawasaki nel 1983. Nello stesso anno, però, un amico lo invitò a provare una moto da strada sul circuito di Varano Melegari. Sarre, che non aveva mai provato una moto da strada, quel giorno girò un secondo e mezzo più veloce del record della pista, di fronte ad un pubblico incredulo ed entusiasta. Dopo un anno e mezzo il centauro sorbolese comprò quindi una Honda 125 ed una Yamaha 350 per partecipare al campionato Italiano Sport production. Nella prima gara disputata a Magione (Perugia) vinse le gare di entrambe le categorie, e dopo questa straordinaria prestazione venne immediatamente contrattizzato dalla Cagiva, con la quale cominciò a disputare i campionati italiani, che vinse per tre anni consecutivi, 1986, 1987 e 1988. Nel 1989 Sarre passò alla Ducati, per disputare il mondiale Superbike, qualificandosi subito ottavo nel mondiale e primo nel campionato italiano. Nel 1990 riuscì invece ad arrivare quarto nel mondiale, confermandosi campione italiano della categoria. Nel 1991 a Zeltweg ebbe però il suo primo grave incidente, in seguito al quale rimase in coma per dieci giorni. L'anno successivo i giapponesi della Honda lo vollero a tutti i costi in sella alla moto nipponica: Sarre accettò, anche se la moto non era competitiva come negli anni precedenti, e il risultato fu un diciassettesimo posto nel campionato mondiale ed un secondo posto in quello italiano.Nel 1993 invece Monti gareggiò per il team privato «De Cecco», stravincendo tre prove italiane di fila. Nella prima prova mondiale in Inghilterra ottenne poi una pole position con la moto standard, e la settimana dopo arrivò la chiamata della Yamaha per un nuovo contratto. Passarono solo due corse, però, e il pilota sorbolese rimase vittima di una nuova caduta, a Brno, in Repubblica Ceca, rompendosi una spalla. Al rientro a Monza cadde poi durante le prove, terminando anzitempo il suo campionato.Nel 1994 giunse la chiamata per disputare con un team tedesco il campionato nazionale in Germania: Sarre si confermò un campione e vinse la prima gara per poi arrivare terzo nelle altre due. La sua carriera si interruppe però poco dopo, quando accettò un ingaggio molto alto per correre sul difficilissimo circuito dell’Isola Man il «Tourist Trophy». Sarre non era un pilota che si risparmiava o toglieva facilmente il piede sull'acceleratore e anche su questa pista stradale durissima si lanciò come al solito a tutta velocità, ma fu vittima di un terribile incidente, in seguito al quale dovette rimanere per tre mesi in coma. La carriera, e i suoi sogni, finirono lì. Da allora la vita di Sarre non è più stata la stessa: l’ex campione, tornato a Sorbolo in mezzo a famigliari e amici del paese, ha cominciato a lavorare con il padre, dovendo però fare i conti con i postumi degli incidenti subiti in gara. Nessuno, però, si è mai dimenticato di lui e così Sarre era diventato un personaggio, e un motivo di vanto per gli appassionati di motoclismo locali. Poco tempo fa Monti aveva anche ripercorso la sua brillante ma sfortunata carriera agonistica in un’intervista rilasciata al «Biancazzurra magazine», rivista sullo sport sorbolese. «La cosa che più di tutto mi è piaciuta è stata che dal primo anno di corse ero molto famoso e non me ne rendevo conto - aveva dichiarato -. Ho capito di essere un campione solo dopo l’ultimo incidente perché dopo quell'avvenimento tutto il mondo chiedeva di me. Io avevo tre marce in più degli altri soprattutto per quanto riguarda la follia allo stato puro. Non ho mai avuto un briciolo di paura e tuttora non ne ho, neanche dei velox. Sono rimasto molto amico con molti addetti ai lavori anche nei campionati mondiali e ogni tanto li seguo in giro per il mondo ma più che per vedere le corse vado per ritrovare i vecchi amici».
Anche la nostra associazione si stringe in lutto per la morte di un grande campione.
Ciao Sarre!
Si ringrazia per la collaborazione Gazzetta di Parma, Caterina Barbarini, Marcello Tosi.