L'attenuatore d'urto va montato sotto il normale guardrail
Il montaggio della barriera durante il test al Politecnico di Milano
Milano - La slitta corre rasoterra e si blocca a un metro dal guardrail, lasciando scivolare il manichino, che sbatte a 60 Km/h con la testa contro la difesa in plastica gialla. L'angolo d'impatto è di 30 gradi, e l'urto è potente. La visiera del casco si stacca da un lato, mentre il finto corpo scivola e si arresta poco dopo. Corriamo a vedere: il nostro motociclista apparentemente non ha danni. Facciamo un passo indietro. La Snoline, azienda che produce l'attenuatore d'urto per motociclisti DR46, ha organizzato questa giornata appositamente per presentare il suo prodotto, lo stesso già montato un anno fa sulla via Apecchiese, in provincia di Perugia. La sede scelta è il laboratorio per le prove d'impatto del Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale del Politecnico di Milano. L'obiettivo è dimostrare l'efficacia del DR46, ma anche sollevare il problema della mancanza di normative d'omologazione. Perché al momento l'attenuatore d'urto è inomologabile, come le altre protezioni dello stesso tipo. Manca una norma, sia a livello nazionale che europeo. Gli unici paesi che hanno un protocollo per le prove di questo tipo sono Spagna e Francia, ma non si tratta di vere norme d'omologazione, e in Italia non hanno valore. "Della questione si sta occupando la commissione europea CEN/TC 226 di cui faccio parte - dice il Prof. Marco Anghileri, del Politecnico -. L'interesse per questa tematica si è sviluppato proprio grazie alle pressioni delle associazioni dei motociclisti". Non a caso in sala c'è Marco Guidarini, il presidente dell'AMI, l'Associazione Motociclisti Incolumi.
DaLdx, Venerdě, 16 Novembre 2007 18:55, Commenti(0)