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Da ilsecoloxix.it - Genova - Sopraelevata killer, protezioni addio

Sopraelevata killer, protezioni addio

Genova - Per salvarsi da un processo il Comune ha lasciato che la Sopraelevata rimanesse una strada assassina, abortendo la protezione del guardrail, già annunciata e finanziabile. Anteponendo un interesse «particolare», la tutela a prescindere dei suoi dirigenti, a quello della sicurezza di tutti coloro che percorrono la Aldo Moro, Tursi ha rinunciato a un dispositivo che, sebbene non risolutore, avrebbe rappresentato un salto di qualità nella prevenzione delle devastanti conseguenze degli incidenti più gravi. Con un risultato disarmante: la copertura in gomma delle protezioni-tagliola, annunciata sui giornali come prioritaria, non si farà.

Il Secolo XIX , incrociando vari documenti, è in grado oggi di svelare perché, davvero, la barriera ritenuta all'origine di molte tragedie non è mai stata toccata. E di svelare che il motivo principale è stato il volersi mettere al riparo da un'inchiesta giudiziaria, e da possibili richieste di ulteriori interventi da parte del Ministero delle Infrastrutture. In nome d'un principio su cui fu chiesta persino una consulenza legale: o si fa tutto (di fatto restaurando la Sopraelevata da cima a fondo, partendo dal guardrail), o non si fa nulla, altrimenti qualcuno potrebbe contestarci di non esserci mossi prima.

Per ripercorrere nel dettaglio la vicenda occorre ripartire dal 3 dicembre 2010: Cristina Rocca, 36 anni, e Marco Cortigiano, 35 viaggiano ben oltre i cento chilometri orari. L'impatto con il guardrail trasforma la loro caduta in un massacro.Una relazione dei vigili spiega dal 2007 che la Aldo Moro è fuorilegge nel complesso, ma l'"arma" più pericolosa risulta in primis la ringhiera. Il tema è prioritario, le statistiche solide: undici morti nello spazio di sette anni straziati dalla lamiera; 23 incidenti all'anno prodotti da ogni singolo chilometro di Sopraelevata. Cosa fare, per «mettere in sicurezza» il guardrail? Sostituirlo costa troppo, almeno quattro milioni. Si punta su un sistema di «respingenti in gomma con mescola certificata». Li dovrebbe produrre la OrionTech srl, azienda con sede alla Fiumara. E l'amministrazione è molto interessata, come certifica l'intenso scambio di mail fra la Orion e l'assessorato alla Mobilità e gli uffici delle Manutenzioni. La ditta propone tre soluzioni (vedi immagini a fianco). I modelli, a seconda della complessità, costano rispettivamente 100, 80 e 45 euro al metro e ne servono sedici chilometri. Si opta per quello più "leggero", che pare pure il meno utile. Ma tant'è, i giochi sembrano fatti: un milione abbondante il preventivo Orion, 900 mila i fondi a disposizione di Tursi per l'intervento. Ci si può venire incontro. Le cose vanno benissimo e il 4 maggio tutti i giornali annunciano, parole dell'assessore alle Manutenzioni Pasquale Ottonello, che i guardrail saranno rivestiti di gomma. Il 17 maggio, però, succede qualcosa di strano. Riunione al quattordicesimo piano del Matitone (sede di molti uffici comunali) per gli ultimi ritocchi al progetto. Presenti: Emanuele Repetto e Massimiliano Minetto (Orion Tech); Roberto Ionna (ingegnere, dirigente settore mobilità del Comune); Mauro Grasso (direttore generale Aster, società comunale delegata alle manutenzioni); Pierluigi Zuccarelli (geometra Aster); Alessandro Sinagra (architetto, consulente dell'assessore alla Mobilità Simone Farello, interfaccia fondamentale tra i politici e i tecnici che a un certo punto uscirà di scena poiché gli scade il contratto); Stefano Pinasco (direttore generale Manutenzioni per il Comune). Il problema posto da alcuni rappresentanti di Tursi è tanto semplice quanto strabiliante. Siccome è in corso l'inchiesta su un incidente avvenuto nel 2006 sempre sulla Sopraelevata, e in quel momento vi risultano indagati fra gli altri proprio Grasso e Pinasco, sorge un dubbio: non è che a metter mano ora sulla strada, si rischia di dimostrare implicitamente che lo potevamo fare prima, e quindi rischiamo di comprometterci con le nostre mani? «Il processo - conferma oggi almeno uno dei funzionari presenti al summit - rappresentò senza dubbio un elemento di forte freno...». Primo, salvarsi dall'inchiesta. Poi, semmai, si penserà al guardrail. E c'è un altro cruccio che affligge i supertecnici del Comune: la strada non ha mai subito modifiche strutturali dal 1965, quando fu inaugurata e omologata. Allora era a norma, oggi sarebbe pesantemente fuorilegge. Modificarla, anche in parte, innescherebbe un domino. Tutto dovrebbe essere portato agli standard di oggi. Pare strano che questioni del genere siano anteposte all'urgenza di proteggere i motociclisti; «ma in effetti avvenne», aggiunge un altro dei funzionari presenti. Ed è così vero che sul secondo punto viene chiesto, e acquisito formalmente, un parere legale "pro veritate" alla OrionTech. In pratica, e non si capisce a che titolo, la ditta che deve mettere le protezioni è incaricata dal Comune di spiegargli quali sono le responsabilità pubbliche in materia di sicurezza sulla Sopraelevata. Il parere è siglato dall'avvocato Giovanni Gerbi. Che chiude lapidario: «Non può ritenersi immanente al nostro sistema giuridico una regola per cui o si fa tutto o non si fa niente». E quindi «meglio fare qualcosa, che nulla». A Tursi però sono certi che effettuato il primo intervento strutturale Roma chieda di farne altri. E che magari i giudici dicano agli indagati per il vecchio incidente: non potevate pensarci prima? Il guard-rail, lo può vedere chiunque, è sempre uguale e al suo posto. Perché il Comune, prima che la tranquillità di tutti, ha voluto garantirsi la propria.

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Da Ldx, Giovedě, 08 Marzo 2012 00:28, Commenti(0)
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