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Intervista a Marco Guidarini pubblicata sulla rivista Moto Tecnica, n°10, ottobre 2012.

Intervista a Marco Guidarini pubblicata sulla rivista Moto Tecnica, n°10, ottobre 2012.

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LE LESIONI DA IMPATTO CONTRO UN GUARD RAIL
di Giovanna Guiso

Perché i guard rail sono così pericolosi per i motociclisti? Lo abbiamo chiesto a Marco Guidarini, medico specialista in Ortopedia e Traumatologia e Presidente dell'Associazione Motociclisti Incolumi (AMI) nonchè ideatore del metodo "Forgiving drive/Forgiving Vehicles/Forgiving roads" insignito, nel 2007, del Premio Europeo Norauto per la Sicurezza Stradale e autore del volume "Una guida per chi guida".

<<I guardrail sono efficaci per gli autoveicoli quando riescono a proteggere conducenti e passeggeri da precipizi e scavalcamenti, ma non lo sono quasi mai per gli utenti dei veicoli a due ruote (ciclisti, scooteristi e motociclisti) per i quali rappresentano un grave pericolo fin dalle basse velocità (già a 40 km/h!). Se il motociclista perde il controllo della moto dopo una caduta "low-side" o una collisione con un'auto, scivola sul terreno a velocità superiore ai 40 km/h e impatta contro la superficie libera e tagliente del guard rail (nastro di acciaio orizzontale o paletto di sostegno) o le protuberanze, subisce profonde ferite da taglio e lacerazione. Ciò avviene perchè il guard rail arresta bruscamente la decelerazione del corpo impedendo lo smaltimento dell'energia cinetica acquisita con la velocità>>.

Che tipo di lesioni provoca l'impatto contro il guard rail?

<<Le lesioni spesso interessano gli arti perchè durante la fase di scivolamento si muovono in modo scomposto. Sono lesioni da taglio di cute, muscoli, nervi e vasi, fratture delle ossa lunghe, fino ad amputazioni complete, traumi cranici e cervicali (generalmente mortali), toracici e addominali con lesioni degli organi interni (spesso letali) e della colonna vertebrale. Nella maggior parte dei casi la lacerazione dei tessuti rende molto difficoltosa la ricostruzione anatomica e, in caso di amputazione, non permette il reimpianto. Spesso le ferite si complicano per infezioni contratte al momento del trauma, che prolungano la guarigione e pregiudicano il recupero>>.

Cosa occorre fare per ridurre i danni in caso di impatto?

<<È necessario che le strade siano delimitate sempre da strutture configurate senza elementi taglienti o protuberanze e che il motociclista vesta sempre un abbigliamento protettivo adeguato. Sulle strade progettate e costruite in considerazione della dinamica dei motocicli e delle cause che possono determinare la caduta (se ne vedono soprattutto all'estero) sono frequenti le vie di fuga ovvero le cosiddette "safety zones" che permettono in caso di scivolamento lo smaltimento graduale della velocità e dell'energia cinetica che preserva l'incolumità del pilota. Dove i guard rail sono necessari devono avere protezioni salvamotociclisti, continue e realizzate in materiale plastico o acciaio, per schermare i paletti di sostegno in modo da permettere al motociclista, in caso di caduta in rettilineo o in curva (anche a 40 km/orari, pari a 11 metri/secondo), di urtare la barriera obliquamente a circa 45° e quindi di scivolare lungo la protezione per alcuni metri fino a fermarsi, salvandogli così la vita. In questo caso le lesioni non sono gravi (ad esempio frattura di clavicola), almeno fino a una velocità di impatto di 80 km/h>>.

In quali altri casi è pericolosa questa barriera?

<<Il guard-rail può diventare pericoloso anche per le auto perché si comporta come gabbia e ariete: gabbia, nel caso in cui un veicolo proveniente in senso contrario invade la corsia opposta impedendo a chi sopraggiunge di sterzare verso l'esterno e costringendolo quindi a uno scontro frontale il cui esito è sempre più grave di una fuoriuscita di strada; ariete (tagliente), se il veicolo (moto, auto, furgone) impatta contro la parte iniziale del guard-rail (la testa) perché si ha lo sfondamento del veicolo, compresi gli airbag che quindi non possono svolgere la loro funzione.

Il guard rail riesce a perforare tutti i veicoli (eccetto i carri armati) e a colpire gli occupanti. Esempi della gravità e frequenza di questa dinamica sono gli incidenti occorsi al 27enne pilota della Lotus Robert Kubica, rimasto gravemente ferito nel febbraio 2011 in un incidente al Rally di Andora e tuttora in terapia riabilitativa, e al 24enne navigatore gallese Gareth Roberts, deceduto quest'anno in Sicilia, nel corso della 96esima edizione della Targa Florio, nonostante fosse a bordo di una vettura da corsa completa di allestimento di sicurezza prescritto dalle normative sportive internazionali (tra cui il roll-bar a gabbia ossia una struttura protettiva in acciaio o alluminio, saldata o imbullonata al telaio, con funzione di protezione del pilota e navigatore in caso di ribaltamento o incidente di qualsiasi genere e gravità).

Molti altri casi di sfondamento da guard-rail vengono riportati dalle cronache, ciononostante quasi mai si effettuano revisioni o ammodernamenti della rete stradale.

Purtroppo il principio che vige sulle strade italiane è: vietato sbagliare perchè al minimo errore, anche a velocità consentita dal Codice della strada, si rischia la vita>>.

Un sentito grazie alla rivista Moto Tecnica ed a Giovanna Guiso per l'attenzione con cui trattano i temi legati alla sicurezza stradale



Da Ldx, Domenica, 28 Ottobre 2012 20:05, Commenti(0)
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