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Motoraduno Rebel Soul - Danilo Lentini 29 giugno - Resoconto e considerazioni per la nostra sicurezza



Come ogni anno si è tenuto il Motoraduno Rebel Soul - Danilo Lentini, arrivato alla 6° edizione, dedicato alla memoria del giovane motociclista che esattamente sei anni fa ha perso la vita a causa di un incidente in moto sulla SS 106 "Jonica", tristemente famosa come "La Statale della morte".

Il 29 Giugno in Piazza Castello a Badolato Borgo si sono ritrovati centauri da tutta la Calabria. Nel pomeriggio, nell'area attrezzata sul lungomare di Badolato Marina, si sono svolte le attività sociali guidate da un duo di animatori, che includevano tra l'altro una raccolta di firme per la messa in sicurezza della SS 106, una breve conferenza/dibattito sulla sicurezza stradale per i motociclisti a cui era invitato Aldo Giove dell'Associazione Motociclisti Incolumi, una esibizione di stunt-man con simulazioni di incidente e simulazione di pronto soccorso.
Il tutto concluso con un eccellente buffet di prodotti gastronomici locali.

Durante il dibattito sulla sicurezza stradale è stato posto l'accento sul fatto che, nonostante il trend migliorativo generale della mortalità sulle strade italiane, per i motociclisti la situazione è invece in continuo peggioramento. Ciò è dovuto a due aspetti fondamentali:
  1. Preparazione troppo approssimativa dei motociclisti, che richiederebbe un'attività formativa molto più approfondita per potersi garantire la giusta riserva di sicurezza alla guida, indispensabile per proteggere sè stessi dai propri errori e da quelli degli altri.
  2. Inadeguata progettazione e manutenzione delle infrastrutture, che introducono sia cause di incidente (buche, asfalto inadeguato o mal tenuto, restringimenti improvvisi di carreggiata, ecc.) che cause di lesione (pali o alberi a bordo strada o peggio in esterno di curva, guard rail con paletti esposti, solo per citare i più frequenti). La SS 106 è uno degli esempi che potrebbero essere indicati come "manuale negativo" in questo senso.
Certo il problema è molto grosso e non è certamente risolvibile con facilità ed in tempi brevi. Cosa possiamo fare, in concreto, per migliorare questa situazione? Prendiamo esempio da altri campi in cui, nonostante i pericoli siano enormi, si è di fatto riusciti a minimizzare il rischio (aeronautica, corse su pista) a valori incredibilmente bassi.

Bisogna quindi agire su entrambi i fronti: da un lato noi motociclisti dobbiamo migliorare la nostra abilità alla guida, coltivando la capacità di mettere in pratica la "forgiving drive" (guida che perdona), perchè l'errore, nostro o altrui, è sempre presente e va prevenuto e gestito con tecniche che vanno imparate ed allenate. Per far ciò non servono gesti scaramantici ma corsi di guida, sia su strada che su pista, tenuti da istruttori che sappiano spiegare le migliori tecniche per impostare una curva, per frenare in caso di emergenza, per reagire a situazioni improvvise, in definitiva per migliorare il controllo del proprio mezzo. E' stata anche sottolineata l'importanza dell'uso di appropriati indumenti di protezione, in particolare del troppo sottovalutato paraschiena o, meglio, air-bag per motociclisti. Al proposito è stato ricordato che uno dei principali produttori di tali dispositivi, MotoAirBag (http://www.motoairbag.com/) supporta da anni l'attività dell'Associazione Motociclisti Incolumi, sotto forma di sconti economici per i suoi iscritti.

Dall'altro dobbiamo chiedere, sempre con maggior forza, che le infrastrutture siano progettate e manutenute in modo da non diventare trappole mortali ma "forgiving roads" (strade che perdonano): eliminare gli ostacoli ad esterno carreggiata ove non strettamente necessari, quali alberi, pali segnaletici, pali d'illuminazione, guard-rail, perchè in caso di incidente la cosa migliore è scaricare l'energia cinetica del mezzo e del pilota in modo graduale durante l'uscita di strada e non in modo traumatico contro un ostacolo fisso; ove non ci sia spazio sufficiente ad esterno carreggiata per consentire un "decorso non traumatico" degli incidenti, i dispositivi di contenimento quali i guard rail non devono presentare discontinuità ed in particolare i paletti di sostegno non devono essere raggiungibili da parte del motociclista che sta strisciando sull'asfalto dopo la caduta; ciò può essere facilmente ottenuto mediante l'installazione di guard-rail salva-motociclisti come quelli mostrati qui sotto.

guard-rail salva motociclisti
guard rail salva motociclisti

Dispositivi di questo tipo sono commercialmente disponibili, anche da produttori Italiani, a costi assolutamente accessibili; d'altro canto garantirebbero nel medio e lungo termine risparmi enormi dal punto di vista sanitario.

Ci auguriamo che le strade d'Italia, in particolare la famigerata SS 106, diventino al più presto "forgiving roads", grazie all'impegno di persone come la famiglia e gli amici del povero Danilo Lentini, molto determinati ad ottenere giustizia ed ad evitare altre tragiche, inutili perdite di giovani vite umane, ai motociclisti più sensibili a queste tematiche come gli amici del Gruppo Motociclistico Soveratese, alle attività della nostra Associazione, alla sensibilità dei progettisti e degli amministratori locali. In modo che i motoraduni diventino soltanto dei momenti in cui ritrovarsi per condividere una passione e non per contare coloro i quali non possono più parteciparvi.

Un grazie a coloro che hanno organizzato questo bell'evento! Di seguito alcune immagini.

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Da Ldx, Venerdě, 27 Giugno 2014 23:08, Commenti(0)
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